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La Commissione ha fornito i dati sull’utilizzo dei fondi europei,  che coprono l'andamento delle allocazioni della programmazione 2014-2020.

Alla fine dello scorso giugno quasi tutte le Regioni italiane hanno speso almeno la metà dei fondi strutturali europei dedicati allo sviluppo regionale (Fesr) e alla spesa sociale (Fse), ma l'Italia resta comunque ancora sotto la media europea per quanto riguarda il tasso di assorbimento delle risorse.

Le Regioni che hanno avuto maggiori capacità di spesa sono la regione Valle d'Aosta, che ha speso la totalità dei fondi allocati, la Toscana (80%) con 626 milioni spesi su 779 (l'80%) e il Lazio con 762 su 969 milioni (79%).

L'Italia ha finora speso circa il 60% dei fondi europei dedicati allo sviluppo regionale, cioè sotto la media europea che è pari al 72,56%, e si trova in diciannovesima posizione su 28, secondo dati che tengono ancora del Regno Unito.

Ora per spendere e rendicontare il restante 40% delle risorse a disposizione, in base alle regole europee, restano circa 15 mesi.

Per quanto riguarda il Fondo Sociale europeo (Fse), che per l'Italia vale complessivamente 23 miliardi nel periodo 2014-2020, quasi tutte le Regioni hanno raggiunto almeno il 60% della spesa.

In merito al Fse si evidenzia il Piemonte, la regione più virtuosa, che su 872 milioni ne ha già spesi 866, il 99%. Lo seguono l'Emilia-Romagna col 98% e il Lazio col 97%.

A luglio è stato firmato l'accordo di partenariato per i Fondi strutturali e di investimento europei 2021-2027 per cui in totale l'Italia potrà contare su oltre 75 miliardi di euro tra risorse europee e cofinanziamento nazionale.

Le risorse ammontano a 43,1 miliardi di euro, comprensive delle quote desinate al Fondo per la Transizione Giusta - Just Transition Fund - e alla Cooperazione Territoriale Europea. La parte spettante direttamente alle Regioni sfiora i 48 miliardi di euro.



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